31 de agosto de 2011

Giovedi, secondo il gentile cuore di mio signora




Se un po più bella e più intelligente
Se particolare, se la rivista
Si avrebbe il coraggio di attraversare l'auto
E si chiede chi sei.


Ti siedi davanti e non potete immaginare
Sono stato per voi ho bisogno di più bello.
E di vederti gettare uno sbadiglio di vetro
Essi diluvio miei occhi.


Improvvisamente mi guardi, ti guardo e sospiro
Chiudo gli occhi, si guarda lontano
Mi fanno tregua piccolo
E comincio a tremare.

E così i giorni passano, Lunedi a Venerdì
Come le rondini della poesia Becquer
Di stazione in stazione davanti a te e me
Va e viene in silenzio.


Improvvisamente mi guardi, ti guardo e sospiro
Chiudo gli occhi, si guarda lontano
Solo respirare, ho minuscoli
E comincio a tremare.


E poi succede, svegliarsi mie labbra
Il tuo nome pronunciato balbettare.
Suppongo che pensi che una sciocca
E voglio morire.


Ma il tempo si ferma e si arriva dicendo
Io non vi conosco e mi sei mancato.
Ogni mattina il rifiuto diretto
E scelgo questo treno.


E ci siamo quasi, la mia vita è cambiata 
Un giorno speciale questo 11 marzo. 
Tenuto la mano, è venuto a un tunnel
Che si spegne la luce.


Trovo il volto, attraverso le mie mani.
Divento coraggiosa e mi bacio sulle labbra.
Dimmi che mi ami e io darò,
L'ultimo respiro del mio cuore.

                                                              Andrea Falco




Antigua, casi medieval –como salida de la pluma de Dante–, Andrea Falco termina de dedicarme estas rimas.

1 comentario:

  1. QUE ENVIDIA, ME ENCANTARIA TENER A MI LADO A UNA MUJER, QUE ME ESCRIBIERA ASÍ. LO FELICITO NO LA DEJE NUNCA.
    SE NOTA EN SU ESCRIBIR, EL AMOR QUE ELLA LE TIENE.

    GERARDO BLANCO.

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